Ottone Costantini, Lettere dal fronte (1915-1918) Album di guerra
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Ladra: verso l'Italia


fig. 1

fig. 3.                                             fig. 4.                                                                                                                                            fig. 5.


fig. 2.

Sull'album, accanto alla fig. 4 Ottone ha annotato: "Ladra (Caporetto)". Le foto di questa scheda sono state scattate nello stesso posto (un luogo di sosta per la disinfestazione prima del rientro in Italia) e presumibilmente nello stesso giorno (vedi anche la scheda 1511-2). I negativi delle fig. 1-4 misurano mm 55 x 80; quello della fig. 5 (qui rifilata in alto) misura mm 58 x 55. La fig. 3 è tratta dal negativo (non esistono stampe del tempo). Ottone compare solo nella fig. 1 (al centro). Sul verso della foto di fig. 2 si legge, per mano sconosciuta: "N.° 6 / Mezzetti". L'incidente di cui alla fig. 5 è raccontato da Ottone nella lettera del 22 novembre 1915 da Svina.





46. Ottone a Sandra. Svina, 22 novembre 1915: "Oggi, perché il tempo passasse, eravamo in giro per la ricerca di qualche soggetto fotografico, quando la nostra attenzione fu attirata da un congegno piantato nella campagna. Ci dirigiamo da quella parte e vediamo una fune d’acciaio, che, fissata alla sommità di un monte, veniva a terminare su di una armatura posta lì in mezzo al prato. Per questa fune (della lunghezza di due chilometri) i boscaioli lasciano correre fasci di legna tagliata a monte. Proprio in quel momento due tronchi d’albero erano stati abbandonati alla discesa e venivano giù con una velocità ed un ululato simile a quello di un grosso proiettile. Noi eravamo a rispettosa distanza ad ammirare lo spettacolo interessante. I due blocchi arrivano indemoniati; un tonfo e... impreveduto da tutti, un rimbalzo verso di noi. Istantaneamente ci gettiamo da parte, ma ahimé! troppo tardi. Un tronco colpisce alla mano un caporale e quindi mi sbalza a terra colpendomi alla schiena (dalla parte bassa). Fu una enorme pedata! Fui subito sollevato e trasportato, fino al riprendere dei sensi (pochi secondi). In quel momento vidi giungere correndo, affannati tre ufficiali degli alpini. Io li rassicurai (e anche un dottore ch’e¬ra tra loro confermò) ma non può credere quanta commozione mi procurasse la squisita premura dei buoni ufficiali alpini. Questi alpini non sono mai a sufficienza encomiabili. Quando sarò costì potrò parlarne per delle ore. Io sto benissimo e domani non sentirò più nulla, ma l’impossibilità di restare ancora seduto mi costringe a salutarla brevemente. Ossequi infiniti
Ottone
Durante il trasporto... funebre mi fecero la fotografia: vedremo!"

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